giovedì 2 ottobre 2008

Siddi, accelera

Tre giorni di sciopero alla Stampa, prima quelli di La 7 (dove ci sono 25 licenziamenti) e quelli di altri giornali: intanto i Cdr - i comitati di redazione dei giornali italiani, il sindacato interno delle singole testate - pericolosamente si spaccano sulla gestione della vertenza nazionale per il rinnovo del contratto. E allora Siddi accelera: si abbia il coraggio di chiudere subito il contratto, dice oggi.
Si abbia il coraggio, aggiungo immodestamente, di far lavorare Siddi e di evitare di fare il gioco degli editori confondendo l'attività sindacale interna - che segue sue logiche - con il lavoro politico, di ampio respiro, che si fa a livello nazionale. Sono moderato? No, cerco la quadra, la cornice entro cui muoversi.
La vittoria di un sindacato interno forte (dico quello del Corriere della Sera, capace di spuntare favorevoli condizioni per quegli happy few) non legittima quei colleghi a giudicare sulla trattativa nazionale.
I Cdr della Stampa o del Mattino, tanto per non fare nomi (che non riescono a rinnovare il contratto integrativo), oggettivamente più deboli, hanno invece bisogno a loro volta di un Contratto nazionale di riferimento se l'obbiettivo è migliorare le condizioni di tutta la categoria.
Insomma chi combatte con un'editore coriandolare, come quello del Corsera, ha forse più possibilità di manovra di chi opera in aziende più centralizzate (tipo Caltagirone o Fiat), o no?
Allora mi chiedo chi è più bravo, chi resiste e lotta o chi della sua vittoria particolare non ne fa bandiera per tutti?
Ma forse sono un ingenuo.

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