lunedì 24 novembre 2008

Torrese e iscrizioni

scrive mimmo torrese sul suo blog


A.A.A. Iscrizione Ordine Giornalisti Offresi•Novembre 23, 2008 • Nessun Commento
Che l’iscrizione all’ordine dei Giornalisti sia man mano diventato sempre più una barzelletta, lo si deduce dalla quantità inverosimile di soggetti, che di giornalistico non hanno quasi niente, inseriti negli elenchi dei Pubblicisti nazionali. Anche i fratelli maggiori “Professionisti” hanno presenze quantomeno discutibili, frutto delle nuove norme per l’accesso all’esame di stato. Ma che questa eventualità possa essere usata a fini pubblicitari nell’ambito di un corso di Critica Cinematografica, mi lascia senza parole. Leggendo l’offerta formativa,si legge: “ I diplomati del corso potranno pubblicare i loro articoli su una rivista periodica di ACT Multimedia maturando cosi i requisiti neccessari per poter essere regolarmente iscritti all’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Per chi non volesse avvalersi di questa oppurtunità il costo del corso sarà di 1.500 Euro.” Visto che per iscriversi bisogna pagare 2000 euro, se ne deduce che l’inclusione nell’elenco dei pubblicisti “costa” solo 500 euro. Tutto questo alla luce del sole e senza alcun intervento censorio dell’Ordine dei Giornalisti, inflessibile, invece per i colleghi che fanno pubblicità. Per chi volesse sincerarsi di quanto dico basta cliccare su http://www.actmultimedia.com/corsi/critica/critica.html

domenica 23 novembre 2008

Pisano



A Giuseppe Pisano intitolano la sala consiliare di un piccolo comune dell'Irpinia (lunedì 23 novembre dalle 17 a Montefredane). Pisano - morto dieci anni fa - è stato quel che si dice un grande giornalista, ma anche un poeta e pittore raffinatissimo. Capo della redazione del Mattino di Avellino, tra i migliori interpreti del sentimento di quel ceto intellettuale meridionale orgoglioso delle proprie radici, restio ai riflettori, capace proprio dalla provincia di rilanciare messaggi forti che andrebbero riletti. Certe poesie della sua raccolta "il foro della chitarra" rappresentano meglio di qualsiasi saggio sociologico o antropologico il carattere degli irpini,o dei meridionali, di tutti i meridionali, arroccati per scelta e non per difesa, seppur legittima.
Ne sono stato anche un po' amico, oltre che per un decennio frequentatore e apprendista, in quella bottega del giornalismo dalla porta sempre aperta che era la redazione di Avellino del Mattino.
Ci faceva sognare il giornalismo, quello delle grandi firme che fino a dieci anni fa erano ancora"pezzi di letteratura", e ci ha fatto comprendere anche il titolo di un libro di Kapuscinski: "Il cinico non è adatto a questo mestiere". Un ultimo ricordo: la sua ampia fronte imperlata di sudore, anche in pieno inverno mentre le dita battevano veloci ritratti-gioiello anche di personaggi destinati a vivere il tempo di una fugace cronaca di giornale.

venerdì 21 novembre 2008

Villari, che Face ...book

Il Villari Fan Club (http://www.facebook.com/inbox/?ref=mb#/group.php?gid=45515459251) fondato appena ieri pomeriggio ha raggiunto in poche ore 260 VFC members.
(fonte Sabelli Fioretti)

lunedì 17 novembre 2008

Corecom, Vitale: E se l'AgCom dice no?

“Auspichiamo che la politica abbia un sussulto di responsabilità, rifletta su avvenuto per l’elezione del Corecom e faccia sì che l’importante organismo parta nel segno della trasparenza e della legalità”. Dice il presidente uscente del Corerat-Corecom, Norberto Vitale, ce ha tenuto una conferenza stampa a Napoli con i componenti uscenti Riccardo Plazza, Roberto Colizza e Isidoro Tardivo.
“Si è criticato tanto l’operato del Corerat-Corecom, ma, appena c’è stata la possibilità si è andati all'elezione di un nuovo organismo" che, a giudizio degli stessi protagonisti della elezione in Consiglio regionale, "sarebbe frutto di spartizione e lottizzazione politica".
Dice Vitale: “La votazione per il presidente e per i componenti del Corecom non ha tenuto conto della delibera n. 52/99 dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che fissa principi fondamentali per la valida elezione dell’organismo e per il relativo conferimento delle deleghe: il numero di cinque componenti, anziché nove, allo scopo di ridurre la spesa pubblica; il possesso dei requisiti di esperienza e competenza nel settore delle telecomunicazioni nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici; la garanzia della assoluta indipendenza dei componenti sia dal sistema politico istituzionale che dagli interessi di settore; la garanzia della rappresentanza delle opposizioni consiliari”.
Un organismo così costituito – ha osservato Vitale –, cioè senza garanzia della rappresentanza delle minoranze, non sarebbe organismo collegiale e di garanzia. Per questa ragione l’eventuale nuovo Corecom non potrebbe ricevere le deleghe da parte dell’AgCom”. Vitale ha citato il precedente che riguarda la regione Calabria: quando il corecom di questa regione venne commissariato, perdendo così la sua natura di organo collegiale, l’Agcom ritirò le deleghe che aveva precedentemente attribuito a quel comitato”.
Il presidente e i componenti uscenti del Corerat-Corecom hanno, inoltre, annunciato di aver presentato ricorso nella sede giudiziaria competente “per essere stati illegittimamente esclusi dalla candidature per il rinnovo dell’organismo: la norma sulla ineleggibilità di coloro che sono stati già eletti componenti del Corecom non ci riguarda – ha spiegato Plazza – in quanto non siamo mai stati eletti ma semplicemente nominati con decreto dell’allora presidente del Consiglio regionale Zinzi. Inoltre – ha concluso Plazza – stiamo valutando di chiedere il risarcimento dei danni morali e materiali per l’ ingiusta esclusione e per le sue modalità che riteniamo lesive della nostra immagine e professionalità”.

venerdì 14 novembre 2008

Corecom e Rai: pasticciacci politici

Mentre ci si accapiglia a Roma e Napoli rispettivamente sulla vigilanza Rai e il Corecom,i giornalisti stanno a guardare. Per la verità a Napoli il Corecom ha al suo interno questa volta - e finalmente -un bel numero di giornalisti... (Guarda un po' se ci si deve compiacere per qualcosa che dovrebbe essere scontato).
(Per ora auguri ai colleghi Gianni Festa, Gianni Russo e Enzo Todaro, "vecchi" reporter di strada, catapultati nella jungla del Corecom Campania, dove si decidono i finanziamenti pubblici a giornali e Tv).
Utopia: i giornalisti - da soli - decidono chi deve vigilare sulla Rai e sull'emittenza locale...

lunedì 10 novembre 2008

Venti giorni

Entro una ventina di giorni la Fnsi conta di chiudere con gli editori il primo «giro» complessivo sul nuovo contratto di lavoro giornalistico. Lo ha detto stasera a Trieste il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo a una assemblea del quotidiano "Il Piccolo". In particolare, il sindacato insisterà sul punto che il giornalismo sia «su qualunque piattaforma», ha precisato Siddi, il quale ha aggiunto che «la multimedialità non deve essere un'operazione aggiuntiva all'attività professionale ma uno dei campi di lavoro dei redattori, nel rispetto di orari, organici, organizzazione del lavoro, qualifiche e - ha concluso -autonomia
professionale».

giovedì 6 novembre 2008

Videochiamate

Piccola riflessione sui videofonini. Mi sono chiesto spesso a cosa servissero i telefonini con telecamera. Le videochiamate mi sono sempre sembrate una superflua ostentazione modaiola, al massimo l'esplicitazione di una diffidenza verso l'interlocutore ("Fammi vedere dove sei); oppure mi mi apparivano come la coda di paglia di chi chiama ("Ti faccio vedere dove sono, così...").
Scherzi a parte, ieri ho capito il videofonino a cosa serve: in una libreria, in un silenzio surreale, una ragazza sordomuta accanto a me videochiamava una sua amica: un discorso sul filo dell'alfabeto labiale e dei segni - al di là e al di qua del videofonino - che mi ha emozionato: viva la tecnologia, viva i videofonini. Ecco a cosa servono....!

martedì 4 novembre 2008

Barbero e Quaranta

Il tema è di quelli “duri”, controversi, che fanno storcere l naso ai benpensanti. C'è conciliabilità tra afflato cristiano e omosessualità? Gli omosessuali potranno trovare accoglienza e dialogo nella Chiesa? Questa condizione davvero “contraria alla sapienza creatrice di Dio”?
Sono le domande che arrivano a Franco Barbero che sono collazionate con le relative risposte in “Omosessualità e Vangelo”, un volume a cura di Pasquale Quaranta appena uscito per Gabrielli. Maria Cecilia Gabrielli, l'editore del libro, spiega che si tratta di uno strumento d'amore, dato che non è determinabile quale sia l'amore più giusto d'un altro.

La vicenda di Franco Barbero,per un quarantennio animatore di comunità di base, ridotto dalla Chiesa allo stato laicale per le sue posizioni sull'etica sessuale non in linea con la Santa sede, dimostra la difficoltà di un percorso “al limite”. e' difficile muoversi nei territori della fede avendo come compagni di strada gay, lesbiche, transessuali, divorziati,preti con relazioni d'amore, teologi dissenzienti.
La raccolta di lettere di Franco Barbero curata da Pasquale Quaranta, giornalista salernitano e attivista del movimento omosessuale, parte dalla concezione totalmente negativa dell'omosessualità (“situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne”) che si legge nel catechismo, che fa a pugni anche con l'esortazione all'accoglienza che la Chiesa pure avanza sul tema delle diversità nell'orientamento affettivo di genere. Nella sostanza il Vaticano condanna sia le unioni omosessuali, sia la richiesta di riconoscimento del diritto alla genitorialità - un tema che si affaccia oggi nel dibattito politico con le iniziative di legge del governo Berlusconi e del suo ministro Gianfranco Rotondi sulle unioni gay.
La raccolta sarà presentatamercoledì 5 novembre al palazzo della Provincia di Salerno alle 10 con il patrocinio dall'Assessorato alla Qualita della Vita. Interverranno: Pierangelo Cardalesi, assessore alla Qualita della vita; Salvatore Memoli, presidente di Salerno Solidale. L’attore Ciro Cascina leggerà' alcuni estratti del libro.

domenica 2 novembre 2008

Legge 150, Di Benedetto torna a parlarne

Ma la legge 150 qui si applica? Provate a chiedere in un ufficio stampa di qualsiasi ente pubblico e vedrete cosa vi dicono. Un tema sconttantissimo quello di una legge che si applica a discrezione. Un giornalista se lavora in un ente pubblico deve far causa per vedersi riconoscere lo status di addetto stampa (i contributi e lo stipendio), altrimenti finisce per essere archivista, impiegato di concetto, addetto all'ufficio relazioni con il pubblico (come è acaduto di recente ad un collega di Benevento, Billy Nuzzolillo).Pasquale Di Benedetto, giornalista, già Presidente del GUS Campania (Gruppo di Specializzazione della FNSI per gli Uffici Stampa), componente della Giunta Nazionale del GUS e membro del Direttivo Nazionale Associazione Stampa Medica Italiana (ASMI), ritorna a trattare di Uffici Stampa e Comunicazione istituzionale con il suo ultimo lavoro “Del Comunicare e dell’Informare – L’Informazione e la Comunicazione Istituzionali – La Legislazione dalla Costituzione Italiana alla Legge 150 del 2000”. Il volume, con contributi di Franco Abruzzo e Giovanni Rossi, ripercorre tutta la normativa prodotta, a partire dall’art. 21 della Costituzione fino ai recentissimi dettami in materia di Editoria di specifico interesse degli Uffici Stampa. Un’attenta disamina e valutazione dell’autore, quindi, di tutte le incongruenze, le contraddizioni e l’inefficacia normativa per l’effettiva applicazione dell’Informazione e Comunicazione Istituzionali.