mercoledì 7 ottobre 2009

Media.Ecosistema in cambiamento

PARLA GURU MEDIA OSPITE A FESTIVAL GIORNALISMO FERRARA DAL 2/10 (di Titti
Santamato) (ANSA) - ROMA, 30 SET - «Il cambiamento è già in atto e riguarda la
diversificazione dell'ecosistema dei media: più voci, più prospettive, piattaforme differenti e in
evoluzione.
Abbiamo ancora redazioni tradizionali e giornalisti, ma queste saranno sempre più integrate
da un largo network di blogger professionisti, amatoriali, esperti, organizzazioni no profit,
semplici cittadini»: così Steven Berlin Johnson, giornalista e guru dei media, spiega all'ANSA la
sua visione del futuro dei media. Johnson sarà al festival del giornalismo di Ferrara, quest'anno
alla sua terza edizione, dedicata alla comunicazione ai tempi dei new media. La
manifestazione, che si terrà dal 2 al 4 ottobre, ospiterà anche Roberto Saviano e assegnerà il
premio di giornalismo d'inchiesta dedicato ad Anna Politkovskaja.
«I social network, in particolare, avranno un ruolo sempre maggiore sia sulle notizie che sulla
scelta delle stesse. La selezione della storia principale, invece che dai direttori dei giornali, sarà
sempre più influenzata dai vostri amici di Twitter e Facebook», aggiunge Johnson, 41 anni,
americano, autore di 'Tutto quello che fa male ti fa benè e di altri libri di successo che esplorano
le interrelazioni tra scienza, tecnologia, media e mondo reale. Sarà anche a Milano il 5 ottobre
per Meet the Media Guru, il programma di incontri con i protagonisti internazionali della cultura
digitale.
Cosa ne pensa del pagamento delle news online, proposta lanciata da Rupert Murdoch su cui
l'editoria mondiale dibatte?
«Al contrario di quello che dicono alcuni miei colleghi secondo me vale la pena provare -
afferma Johnson -. Tutti pensavano che pagare per la musica non potesse più funzionare
nell'era digitale, invece Apple ha trasformato iTunes in un registratore di cassa. Penso che sia
giusto provare, ovviamente sarebbe stato meglio se le micro transazioni fossero entrate
nell'architettura del web dall'inizio».
In Italia e non solo, in questo momento Google è al centro dell'attenzione degli editori, che ne
pensa? «Sono un grande fan di Google Books, è stato di grande aiuto nella ricerca del mio
ultimo libro The Invention of Air - dice Johnson -. Penso che sia molto importante per la nostra
società assicurare che i libri siano digitalizzati e diventino parte di una piattaforma web sui cui le
persone possano lavorare. Ovviamente, trovo anche giusto che gli autori siano compensati per il
loro lavoro anch'io vivo di questo. Ma in generale penso che è molto importante che i libri
diventino parte del network digitale».
Qual è secondo Johnson, il fenomeno mediatico attuale più interessante? «La localizzazione -
risponde -. Il web geografico è un campo affascinante e dà informazioni su tutto quello che
accade grazie anche a mappe online e mezzi come gli Iphone. Stiamo costruendo, e molto
velocemente, una sovrapposizione digitale della realtà. È la cosa che mi interessa di più al
momento e infatti sarà l'argomento del mio prossimo libro». (ANSA).

ma guarda se devo citare Feltri....

(ANSA) - ROMA, 21 SET - «La crisi della carta stampata è stata molto aggravata dalla crisi
economica generale, qualche intervento può servire. Ma non credo che il futuro dei quotidiani
sia segnato. Prima o poi si riprenderanno, così potranno continuare a sopravvivere nonostante
internet, che è una discarica, e la tv, che è invadente ma comunque funziona»: così il direttore de
Il Giornale Vittorio Feltri commenta l'apertura del presidente americano Barack Obama a
interventi legislativi che aprano la strada al salvataggio dei giornali.
Obama, aggiunge, «con il suo governo ha aiutato un pò tutti. Quindi non ci vedo niente di
strano nel fatto che estenda gli aiuti anche ai giornali in crisi». Per Feltri «ormai le notizie
vengono triturate dalla televisione. Ad esempio, nel caso della morte dei nostri soldati a Kabul,
siamo arrivati 24 ore dopo, e in effetti i quotidiani non hanno registrato neanche un soprassalto
nelle vendite. Anzi, sono diminuite di qualche copia rispetto alla solita diffusione. Significa che la
concorrenza forte è quella della televisione. Ma non non possiamo ucciderla, l'abbiamo voluta e
ce la teniamo».
La soluzione, per Feltri, è «correggere il tiro, dedicarci di più alle opinioni, agli
approfondimenti e alle interpretazioni, piuttosto che a dare notizie. Dobbiamo renderci conto
che la musica è cambiata. Molti di noi stentano a capirlo. La fatica c'è, ma possiamo
sopportarla».
Per quanto riguarda Il Giornale in particolare, «abbiamo dimostrato che non rimaniamo legati
alla notizia nuda e cruda, cerchiamo di fare qualcosa di più, cerchiamo di trovare notizie inedite,
altrimenti non si capisce perchè la gente dovrebbe comprare i giornali. Anche Libero è nato con
quei concetti e i risultati si sono visti. Non sono il Padreterno, mi affido anche ai bilanci. E -
conclude - , se i conti tornano, vuol dire che hai lavorato bene». (ANSA).