tag:blogger.com,1999:blog-71667600226337680672024-02-07T17:43:42.534-08:00qwertyil blog
di gianni colucciUnknownnoreply@blogger.comBlogger134125tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-30794799100823785032023-01-25T23:16:00.001-08:002023-01-25T23:16:20.543-08:00Equo compenso, si sveglia l'Agcom
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato il regolamento in materia di determinazione dell’equo compenso per l’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico, in attuazione dell’art. 43-bis della legge sul diritto d’autore.<b> Nella determinazione del compenso rileva il numero di giornalisti assunti nella testata a cui si collabora.</b>
Il regolamento incentiva accordi tra editori e prestatori di servizi della società dell’informazione. Se entro 30 giorni dalla richiesta di avvio del negoziato le parti non riescono a trovare un accordo sull’ammontare del compenso, ciascuna di esse può rivolgersi all’Autorità per la determinazione dell’equo compenso, fermo restando il diritto di adire l’Autorità giudiziaria ordinaria.
Il regolamento individua come base di calcolo “i ricavi pubblicitari del prestatore derivanti dall’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico dell’editore, al netto dei ricavi dell’editore”. Su tale base, all’editore, a seguito della negoziazione, potrà essere attribuita una quota fino al 70%, determinata sulla base dei criteri predeterminati.
I criteri validi per la valutazione dell’equo compenso:
• a) numero di consultazioni online delle pubblicazioni (da calcolare con le pertinenti metriche di riferimento);
• b) rilevanza dell’editore sul mercato (audience on line);
• c) <b>numero di giornalisti inquadrati</b> ;
• d) costi comprovati sostenuti dall’editore per investimenti tecnologici e infrastrutturali;
• e) costi comprovati sostenuti dal prestatore per investimenti tecnologici e infrastruttural;
• f) adesione e conformità, dell’editore e del prestatore, a codici di autoregolamentazione (ivi inclusi i codici deontologici dei giornalisti) e a standard internazionali in materia di qualità dell’informazione e di fact-checking;
• g) anni di attività dell’editore in relazione alla storicità della testata.
Il regolamento disciplina anche la determinazione dell’equo compenso dovuto dalle imprese di media monitoring e rassegne stampa. La base di calcolo è stata individuata nel fatturato rilevante delle imprese derivante dalle attività comunque connesse a quelle di media monitoring e rassegne stampa.
Riferimenti normativi:
L’articolo 43-bis, introdotto con il decreto legislativo n. 177/2021, recepisce l’articolo 15 della direttiva copyright (UE 2019/790), con il quale il legislatore europeo ha affrontato la questione dell’equa distribuzione del valore generato dallo sfruttamento sulla rete di una “pubblicazione di carattere giornalistico” tra gli editori (titolari dei diritti) e le piattaforme che veicolano questi contenuti online. In particolare, l’articolo 15 della direttiva, che ha introdotto anche per gli editori il riconoscimento dei diritti di riproduzione e comunicazione al pubblico, intende colmare lo squilibrio di ricavi tra le piattaforme online e i titolari dei diritti sulle pubblicazioni giornalistiche.
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-42733690085185910282016-10-25T10:11:00.001-07:002016-10-25T10:11:17.170-07:00Scrive il Cdr del "Sole 24 ore": "Queste sono le ore più drammatiche nella storia del Sole 24 Ore. E quanto distanti dalla retorica di pochi mesi fa nelle celebrazioni per i 150 anni della testata. «L'ha detto il Sole» certo, ma adesso non vorremmo dovere scoprire «L'hanno fatto al Sole», tra indagini giudiziarie e inchieste amministrative. Sia le une sia le altre avranno il loro corso, ma i giornalisti e tutti i lavoratori del gruppo (gli impiegati, i poligrafici, i grafici) non possono che sottolineare con forza di essere altro dallo sfacelo dei conti (sicuro, purtroppo) e da quanto, non ce lo auguriamo, ovvio, potrà emergere di rilevante in ogni sede.
La redazione del Sole 24 Ore in particolare ha le carte in regola per potere continuare a essere un punto di riferimento nel dibattito pubblico. Perché non è stata silente e neppure reticente sui punti bui del passato. Che ci sono stati e sono stati segnalati. Non “ora per allora” ma “allora per allora”. Ce lo diciamo da soli? No, lo testimoniamo oggi e nei prossimi giorni con la pubblicazione quotidiana di un comunicato che conterrà i discorsi tenuti dal comitato di redazione all'assemblea degli azionisti nel corso degli ultimi anni. Forse una piccola controstoria del Sole 24 Ore, sicuramente una storia alternativa. Dove c'è dentro un po' di tutto e molto anche di quello che agita il nostro presente: dalle acquisizioni avventate, ai nodi della governance, alle remunerazioni dei manager, alla disponibilità dei giornalisti a lavorare per lo sviluppo senza tabù o resistenze anacronistiche, alle diversificazioni improduttive sino ad arrivare alla svolta digitale con le sue luci e ombre.
Siamo stati troppo facili profeti, Cassandre fastidiose? Certamente non siamo stati ascoltati. «Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri. Ma: perché i loro poeti hanno taciuto?», scrisse Brecht. I tempi non sono mai stati così oscuri e noi sicuramente non siamo poeti. Almeno però non abbiamo taciuto.
Il Cdr"
E questo è l'INTERVENTO DEL CDR ALL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DEL 2011
Signor presidente, signora amministratore delegato, signori sindaci, signori consiglieri, signori azionisti,
interveniamo qui, ancora una volta, è la quarta, come rappresentanti dei giornalisti e come azionisti.
C'era una volta Il Sole 24 Ore, un'azienda editoriale considerata modello nel settore, in grado di distribuire pingui dividendi all'azionista, isola felice in un panorama non sempre entusiasmante, capace di raggiungere punte di eccellenza nell'informazione economico finanziaria e in quella giuridica e politica, con un'area professionale in grado di essere in anticipo sui concorrenti quanto a qualità dei prodotti e dei servizi.
Tutto questo, in soli due anni, è stato gravemente compromesso.
Per il secondo anno consecutivo, infatti, siamo qui a esprimere il nostro parere su un bilancio pesantemente in rosso. Il 2010, che doveva essere l'anno del rilancio dopo il disastroso 2009, si è chiuso al contrario con una perdita di 40 milioni di euro: il Gruppo ha così bruciato 92 milioni in due anni.
Ve lo diciamo subito: noi bocciamo questo bilancio, perché esprimiamo un parere fortemente critico sulla gestione di questo Gruppo.
Il verdetto dei numeri del resto è impietoso: il margine operativo lordo, positivo per quasi 50 milioni nel 2008, si è liquefatto. Le copie sono calate pesantemente, attestandosi a 265mila, un'ulteriore pesante diminuzione rispetto alle 296mila di circa un anno fa; la pubblicità non dà segni di risveglio e continua una caduta libera anche più accentuata rispetto ai concorrenti.
Eppure la redazione è rimasta nella sostanza la stessa, la stessa che ha garantito nel tempo l'affermarsi di un modello informativo unico per capacità di coniugare approfondimento e tempestività, qualità della cronaca e lucidità delle analisi, un punto di riferimento nella narrazione dell'Italia.
Guardiamo ancora i numeri allora: il tesoretto di 240 milioni di euro raccolto nelle casse del Gruppo all'indomani della quotazione in Borsa è ormai ridotto a poco più di un terzo. È stato forse impiegato per rafforzare le attività core? No, è stato prosciugato da una campagna di acquisizioni bocciata dagli stessi risultati economici che ha prodotto.
Dal 2006 sono stati spesi oltre 130 milioni di euro in uno shopping societario che ha anche mutato la fisionomia dell'azienda, distraendola dal suo core business. È aumentato in questo modo il valore aggiunto del Gruppo? Non ci sembra: le acquisizioni non hanno portato guadagni, bensì svalutazioni per oltre 30 milioni, finora, e una perdita complessiva di 12 milioni. Ne hanno fatto le spese tutti, o quasi: i piccoli azionisti hanno visto precipitare il titolo del 75% dalla quotazione. Il fallimento di una strategia.
L'iper-attivismo finanziario del management, che certo non ha trovato un freno da parte dell'azionista di riferimento, si è accompagnato all'inerzia sul piano industriale, soprattutto per quanto riguarda il cuore del gruppo, che, sarà il caso di ricordarlo, è ancora un'azienda editrice. Sul quotidiano, sul marchio che dà identità e valore alle attività del Sole 24 Ore, non si è investito. Al contrario, spesso sono state fatte scelte sbagliate, alle quali ora si deve porre rimedio in fretta.
Ora la realtà è quella di un'azienda che prima stenta a definire strategie di sviluppo chiare e poi fatica a raggiungere gli obiettivi che si pone. Anche quando c'è una situazione di crisi a imporre rapidità, come nell'ultimo anno. Anche quando si tratta di ripescare ormai vecchi tormentoni, come l'integrazione tra carta e web: è solo un esempio, poteva (ma può ancora) essere realizzata senza sforzi, capitalizzando un vantaggio comparato rispetto ai concorrenti sul mercato editoriale, una redazione mai ostile all'innovazione, tanto da farsene stimolo anziché frenarla.
L'azienda, però, ha sprecato questo patrimonio, prima nicchiando sugli investimenti tecnologici necessari e da ultimo preferendo piuttosto innescare uno sterile conflitto con le parti sociali, inseguendo una vecchia logica d'intervento, propria di chi si rassegna a veder scendere sempre più la linea dei ricavi e si concentra esclusivamente sul taglio dei costi, in una spirale autolesionistica che non può condurre alla messa in sicurezza dell'azienda, bensì solo al suo progressivo e inevitabile depauperamento.
Può allora davvero sorprendere la perdita di 40 milioni scavata nel bilancio appena chiuso? No, in assenza di iniziative e investimenti, non poteva essere altrimenti.
Per convincersene basta guardare cosa si nasconde dietro quei 40 milioni. Quello che le pagine della relazione finanziaria non raccontano a fondo è che l'azienda si è trovata per buona parte dell'anno con una governance a handicap. Nel giro di pochi mesi sono usciti tutti i dirigenti di prima linea, l'amministratore delegato del gruppo, il direttore generale dell'editrice, il direttore delle risorse umane (curiosamente assunto nell'azienda di uno dei nostri consiglieri di amministrazione),il direttore generale della System, il responsabile della business unit online. E sono stati tutti sostituiti con grande, troppa fatica, perdendo tempo prezioso all'indomani dell'apertura di uno stato di crisi aziendale. Da ultimo, anche il direttore del quotidiano è stato avvicendato. Un cambio che rappresenta anche la sconfessione delle scelte editoriali fatte negli ultimi due anni. Non rimpiangiamo chi se n'è andato, ci rammarichiamo per il lungo periodo passato, in mesi cruciali, senza una guida strutturata al timone del gruppo.
Non vogliamo aprire una polemica sindacale in questa sede, non è il luogo adatto. Ma non si può tacere che tra le conseguenze di questa inerzia c'è anche quella di stare sprecando gli ammortizzatori sociali concessi per lo stato di crisi ancora in atto, oltre che la disponibilità offerta dalla redazione del quotidiano a tutte, tutte, le richieste dell'azienda. Un'apertura di cui è stato fatto un cattivo uso visti i risultati ottenuti. Eppure una riemersione era possibile, come testimonia l'andamento di altre grandi aziende editoriali.
Ora si deve rimettere in fretta la nave sulla rotta dello sviluppo, investendo sulla centralità dell'informazione del quotidiano, che su qualsiasi mezzo si esprima, è e deve essere sempre di più il punto di riferimento della comunità economica, finanziaria, giuridica del Paese. Rispetto a questo obiettivo, il piano industriale presentato per il triennio 2011-13 sembra però timido, rinunciatario, sia sotto il profilo dei traguardi economici, sia sotto quello della filosofia d'intervento.
Signor presidente, signor amministratore delegato, signori consiglieri, non fate l'errore di liquidare il nostro intervento come la rivendicazione di una rappresentanza sindacale. La crisi del Sole 24 Ore non è un fatto che riguarda solo il futuro professionale di un certo numero di giornalisti o di dipendenti. Se è vero che questo giornale rappresenta - per chi lo possiede ma anche per gli operatori economici che lo leggono e lo utilizzano tutti i giorni - un asset vitale, allora perché non cogliere questo momento difficilissimo per aprire un ripensamento sul controllo del Sole 24 Ore?
Se un segnale di discontinuità serve, come più volte auspicato dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, invitiamo a una riflessione di forte discontinuità.
Lo scorso gennaio, l'ex presidente dell'Editrice, Innocenzo Cipolletta, scriveva in un suo articolo: «Sarebbe necessario che il quotidiano venisse quotato interamente sul mercato azionario e che investitori istituzionali stabili potessero averne quote significative. In questo modo, la gestione dell'azienda e il direttore del giornale non risponderanno solo a Confindustria, ma a una pluralità di azionisti interessati essenzialmente al risultato economico della casa editrice. Solo una redditività elevata è una garanzia di autonomia per un giornale rispetto ai propri azionisti».
Altri hanno immaginato di affidare il controllo a una fondazione.
Ci sembrano proposte di buon senso. Una strada che se è stata accantonata frettolosamente qualche anno fa come impropria, oggi potrebbe rappresentare una sfida davvero innovativa. Come si potrebbe, altrimenti, sostenere un nuovo inizio per questo giornale senza una partecipazione più ampia dei tanti soggetti che rappresentano l'economia di questo Paese. Negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone la crisi della stampa è al centro del dibattito pubblico, poiché anche da un'informazione di qualità, forte e indipendente dipende la salute della democrazia e dei mercati. Perché non possiamo aprire qui un percorso in quella direzione sapendo che l'unico rischio che corriamo è di dare più forza e autorevolezza al nostro giornale?
Chiudiamo con una citazione, il titolo di un libro, di un grande reporter italiano, Tommaso Besozzi, il giornalista che scoprì la messinscena dietro l'omicidio di Salvatore Giuliano, il padre dell'ideatore del nostro Domenicale: i giornali non sono scarpe. No, i giornali non sono scarpe, sono una piccola opera di comunismo reale, l'ultima forse, un piccolo o grande prodotto intellettuale che si fa ogni giorno e che ogni giorno prova a raccontare tanti mondi. Ma si tratta di prodotti particolari per i quali serve consenso e comunione d'intenti. Ogni sera quel caos in cui si svolge perlopiù la vita di redazione arriva a una sintesi comune e quasi per miracolo il giornale va in edicola. Prova d'orchestra. Signori, allora nelle decisioni che state prendendo ricordate di non uccidere così un giornale, di non mortificare così una redazione.
© Riproduzione riservataUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-78649433966910540472014-01-18T13:11:00.002-08:002014-01-18T13:11:27.972-08:00Una storia: Ottopagine
AVELLINO - DIMEZZATA LA REDAZIONE DI OTTOPAGINE. L'EDITORE TAGLIA NOVE POSTI DI LAVORO. LA STORICA TESTATA IRPINA SI DISSOLVE NEL BENEVENTANO...
Le lettere di licenziamento sono state recapitate poco prima di Natale. La redazione di Ottopagine è stata dimezzata in un colpo solo. Nove posti di lavoro sono stati cancellati dall'imprenditore che da due anni è il nuovo editore. La storica testata irpina, nata nel dicembre del 1995 per dare voce ad Avellino e ai suoi 118 comuni, si sta dissolvendo in un ibrido irpino-sannita che racconterà a chi vive a Cesinali quello che succede a Pannarano.
Sono stati lasciati a casa quattro professionisti con contratto a tempo indeterminato; due professionisti e un pubblicista con il contratto a termine; un fotografo e un tecnico informatico. L'editore-imprenditore ha colpito solo la redazione di Ottopagine Avellino, mantenendo intatta la nuova redazione di Ottopagine Benevento, facendo chiaramente capire dove sono i suoi interessi: lì è anche presidente del Benevento Calcio e lì è dove vuole evidentemente continuare ad investire. Poco gli importa se ha licenziato persone che con Ottopagine lavoravano da 10, 15 o 18 anni. Niente gli è importato se tra i nove licenziati c'era anche una coppia con prole: ha tolto in un colpo solo entrambe le fonti di reddito a quella giovane famiglia irpina. Passare sulla dignità dei lavoratori e sulle famiglie è un danno collaterale di cui non avverte nemmeno il solletico. "Dignità" e "famiglia" sembrano parole sconosciute dalle sue parti. Una cosa è dire: "sono imprenditore e con i miei soldi faccio quello che voglio" e un'altra è giocare con i posti di lavoro.
Intanto quelle 9 lettere sono state recapitate senza alcuna anticipazione verbale: qualcuno lo ha scoperto anche per caso, un po' alla volta, da mezze parole, piccole indiscrezioni. L'editore ha preferito non guardare negli occhi nessuno di loro. La classe non è acqua.
Firmato: Gianluca Rocca (uno dei nove).Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-89681724897695409442014-01-02T11:47:00.001-08:002014-01-02T11:47:44.938-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYagnmP9ihi19pyeqeEGvOdgmhmktzEYfugNpKN1WUV7aTM80z8Cmjwv_3EDq5sPcOtciOpcixFRXe_iCetJDmyyZ-nDAMZ176w8rufM4vzNYOOSTTUFyrI2CNERoKdeUMFuVaRqAHnXsv/s1600/fio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYagnmP9ihi19pyeqeEGvOdgmhmktzEYfugNpKN1WUV7aTM80z8Cmjwv_3EDq5sPcOtciOpcixFRXe_iCetJDmyyZ-nDAMZ176w8rufM4vzNYOOSTTUFyrI2CNERoKdeUMFuVaRqAHnXsv/s320/fio.jpg" /></a></div>
FIorello (Beppe) si fa pubblicità su Twitter... com'è teneroUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-84889772646098314572014-01-02T11:42:00.001-08:002014-01-02T11:42:05.793-08:00Galaxy reporter<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaW_wB9AhPnQ7Zt9QrGf30oNFcxlnecWq-LFc12MjCrg1lN0GfSSqBJLfU4cuUyvy_uLzB3IonD-yIF2d32TShGU7PjBKzgcQvGx69qx2oZZF1uXqBgEFAufOWfTOceAXll1PYweEh4Lvw/s1600/Galaxy-Camera-2-8.jpg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaW_wB9AhPnQ7Zt9QrGf30oNFcxlnecWq-LFc12MjCrg1lN0GfSSqBJLfU4cuUyvy_uLzB3IonD-yIF2d32TShGU7PjBKzgcQvGx69qx2oZZF1uXqBgEFAufOWfTOceAXll1PYweEh4Lvw/s320/Galaxy-Camera-2-8.jpg" /></a>
Ecco lo strumento di lavoro che ogni reporter vorrebbeUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-3448878381944767442013-12-26T04:39:00.000-08:002013-12-26T04:39:16.009-08:00Il laico Natale multiculurale etransnazionale di Google una casetta sulla neve senza nemmeno Santa Claus e l'albero<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuXLFxMbWDdsm2wHo0VcVuBNWzxWm_3e_mIjfY17HmK6Mtd5YZ2zMHPcZ1UmAhfqk7QzaGGiqsRCrPqMk_621yhxASnjRpYuYoNXOjJBoR_cHDwfI2BVEeUdGkp8bnEIOfP-GEzCrIVNRI/s1600/gg.jpg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuXLFxMbWDdsm2wHo0VcVuBNWzxWm_3e_mIjfY17HmK6Mtd5YZ2zMHPcZ1UmAhfqk7QzaGGiqsRCrPqMk_621yhxASnjRpYuYoNXOjJBoR_cHDwfI2BVEeUdGkp8bnEIOfP-GEzCrIVNRI/s320/gg.jpg" /></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-44563499306323008812013-12-26T04:36:00.002-08:002013-12-26T04:36:59.419-08:00Chornovil, la mia notizia di NataleUna giornalista ucraina filo- europea è stata selvaggiamente picchiata la notte scorsa. Lo ha reso noto il sito online della sua testata, l'Ukrainska Pravda.
Tetiana Chornovil - questo il nome della cronista - che ha scritto articoli molto critici nei confronti del presidente Viktor Yanukovich e dei suoi più stretti alleati, stava guidando quando due uomini l'hanno costretta a fermarsi alla periferia di Kiev e l'hanno picchiata. «Ho cercato di scappare, mi hanno preso e ha iniziato a colpirmi sulla testa», ha riferito la giornalista che ha riportato lesioni al naso, una commozione cerebrale e traumi multipli. La sua foto che mostra le conseguenze dell'aggressione è stata pubblicata sul sito del giornale.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-7518677258629270342013-12-17T10:37:00.001-08:002013-12-17T10:37:13.971-08:00Facebook chiede soldiIl sito napoletano che si è visto chiedere 10 mila euro per vedersi veicolare i "mi piace" da Facebook (sto semplificando), apre la strada a riflessioni sull'inversione del ruolo operato del colosso del social network. Ma forse anche sull'uso "parassitario" del mezzo da parte dei piccoli media. In sostanza sei i grandi network utilizzano in maniera vicaria i social network, da twitter a facebook, il contrario appare come una limitazioen arbitraria all'espressione dei piccoli editori, mentre in realtà si tratta soltanto dell'applicazione di leggi econometriche del mondo reale al business on line. Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-17491037317155751112013-12-16T04:26:00.003-08:002013-12-16T04:26:44.646-08:00La notizia spezzettino. Il film della giornata: un'altra tv sui siti webLa modalità tradizionale di fruizione della televisione stravolta sui siti dei quotidiani. Lo spezzettamento di un unico avvenimento (consente di aggiungere tanta pubblicità) e di vedere un unico evento in tante clip più facili da gestire dagli smartphone.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-68314865431719642152010-07-27T23:45:00.000-07:002010-07-27T23:47:14.302-07:00gratis o a pagamento?Se lo chiede Roberto D'Agostino sul suo sito<br />E decide per la prima soluzione...<br /><em>Dal 1 febbraio 2011 l'archivio di Dagospia sarà totalmente a vostra disposizione, tecnicamente rinnovato, quindi rapido e invincibile come un sommergibile. Addio agli abbonamenti, grazie di cuore a chi ci ha sostenuto fino ad oggi sborsando 90 euro l'anno per sbirciare gli articoli del passato, ma vogliamo puntare all'implemento della pubblicità, grazie al maggior numero di pagine cliccate. </em><br />al contrario di...<br /><em>Proprio in concomitanza con i maggiori portali informativi, da Corriere.it a Repubblica.it, che andranno prograssivamente, dal prossimo anno, tutti a pagamento, Dagospia preferisce puntare sul gratuito.</em><br />ed ecco perchè:<br /><em>Come ben scrive Federico Mello "da quando Murdoch ha proposto la soluzione del pagamento, il numero di visitatori del Times è crollato dell'84% (rispetto a febbraio), e soltanto il 25,6% degli utenti che si collegano al Times ha deciso di pagare per leggere".</em>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-27414603893981394622010-05-10T10:21:00.000-07:002010-05-10T10:22:25.605-07:00Il vertice di BerlusconiIl vertice Ue sula crisi greco-europea fa registrare anche una novità sul piano della comunicazione istituzionale. I comunicati di palazzo Chigi di oggi si attardano a raccontare nei minimi particolari anche i restroscena. Non solo dunque l'ufficialità della decisione finale, ma anche la vera "epopea" che ha caratterizzato la notte febbrile del presidente tra telefonate e bozze di piano con al centro l'italia e il suo premier.<br /><br />Eccone qualche stralcio (inutile dire che la soluzione di questa notte non è definitiva, porta denaro ai mercati ma - come dice il vice presidente dell'europarlamento Pittella - è manchevole in tema di "istituzione del Fondo monetario europeo, vigilanza europea sui mercati finanziari, poteri di governo economico all'Eurogruppo, lancio degli Eurobond, riforma immediata delle agenzie di rating e creazione di un'agenzia di rating europea".<br /><br /> <br /><br />Ecco la notte di Berlusconi a Bruxelles secondo palazzo Chigi<br /><br /> <br /><br /> <br /><br /> <br /><br />«Nel corso della frenetica giornata di ieri a Bruxelles -<br /><br />si legge nel comunicato - il Presidente del Consiglio si era mantenuto in stretto contatto con i suoi principali omologhi europei, con il Presidente Barroso, con il Commissario Tajani e con il Ministro delle Finanze Tremonti. A complicare ulteriormente lo scenario stava contribuendo purtroppo l'improvvisa indisposizione del ministro delle Finanze tedesco».<br /><br />«La lotta contro il tempo per arrivare ad un risultato utile prima dell'apertura dei mercati asiatici - prosegue la nota - si faceva, quindi, sempre più serrata. In questo contesto si moltiplicavano i contatti tra le cancellerie e i relativi sherpa, impegnati a trovare una soluzione che potesse soddisfare le rispettive esigenze.<br /><br />A questo punto - continua il comunicato di palazzo Chigi - è arrivata la telefonata del Presidente del Consiglio al Cancelliere Merkel e successivamente si è materializzata sul tavolo del negoziato una nuova bozza di compromesso, poi tradotta nell'accordo finale. Bozza che ricalcava i concetti e le linee proposti<br /><br />dall'Italia prima del vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso, e successivamente condivisi con i principali partners europei. Subito dopo il contatto tra i due leaders, il Ministro Tremonti a Bruxelles su mandato del Presidente Berlusconi, ed in stretta collaborazione con l'omologo francese, ha condotto la parte finale delle trattative. I primi test arrivati questa mattina dai mercati asiatici ed europei<br /><br />dimostrano che l'euro è in ripresa e che il piano di salvataggio è stato ben accolto dagli operatori. <br /><br />Spagna e Portogallo hanno annunciato, come era stato loro richiesto, le addizionali misure anti-crisi. Anche su questo aspetto - sottolinea il comunicato - il Presidente Berlusconi ha giocato un ruolo determinante nei suoi contatti con i Primi Ministri Zapatero e Socrates, sin dal vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso a Bruxelles».Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-65883882432904988152010-05-06T01:30:00.000-07:002010-05-06T01:40:35.841-07:00Sallusti vs D'Alema"Se Berlusconi avesse dette quelle cose a un giornalista di sinistra, ci sarebbe la categoria in sciopero", dce Salustio dpo il abttibecco con D'Alema.<br />Sono sicuro che il condirettore del Giornale ha provocato D'Alema avvicinando la vicenda affittopoli a quella di Scajola impropriamente: una cosa è l'equo canone altro 900 mila euro per la casa del ministro...<br />Se uno cerca lo scontro ne paga le conseguenze; assurdo che poi si chieda dov'è l'ordine dei giornalisti uno che ne vorrebbe l'abolizione e che dirige un giornale che non vaderisce agli scioperi della categoria.<br />Infine mi chiedo se non rispondere ai giornalisti come ha fatto Scajola sia meno grave di rispondere ad una povocazione più che ad una domanda come ha fatto D'Alema. (Ma guarda un po' se mi tocca difendere D'Alema che coi giornalisti ha avuto le uscite più odiose che si ricordino...).Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-80254470059949997212010-04-18T10:20:00.000-07:002010-04-18T10:21:50.058-07:00PrecariI giornalisti precari della Campania si organizzano, saranno in rappresentanza anche al festival del giornalismo di Perugia<br />Per entrare in contatto:<br /><br />giornalisti-precari-campania@googlegroups.comUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-65063010542897965272010-04-16T10:32:00.000-07:002010-04-16T10:38:25.452-07:00Palazzo Grazioli liveI venticinque lettori del mio blog sanno quanto mi appassioni la web tv che considero una Tv "aumentata", quindi stasera segnalo la diretta web sul Corriere in occasione del vertice del pdl a palazzo Grazioli. La ritengo interessante innanzitutto perchè è senza commenti, come certi servizi di Euronews, tutta "effetti", con le dichiarazioni raccolte al volo della web cam. Diversa questa diretta dalla tv all news che coprono lo stesso avvenimento (solo a tratti) e dalla scelta de la Repubblica di uno speciale da studio. Il mezzo è agile ma si muove un po' goffamente (il collega non credo che possa manovrare la camera e fare domande) e serve sostanzialmente agli addetti ai lavori, tuttavia fa un grande effetto di "urgenza", di "tensione", costruisce un clima di aspettativa che drammatizza il pomeriggio (la diretta è in onda dalle 15).<br /><br />Non male anche i comenti colti al volo dai colleghi che stazionano davanti a palazzo Grazioli....<br />Mi piace la scritta in sovrimpressione "in questo momento"<br />In diretta anche le operazioni di filtraggio all'ingresso<br />In diretta in questo momento anche la conferenza stampaUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-39404508019192469042010-04-16T00:26:00.000-07:002010-04-16T00:28:12.279-07:00I contadini di LyddingtonPer scrivere e spedire questa nota mi sono sentito come un contadino della contea di Rutland,vicino Birminmgham. O almeno come doveva sentirsi quel contadino fino a ieri. Infatti nella sua contea, in particolare nel paesino di 200 abitanti di Lyddington, dall'altro giorno hanno una broadband a 17,43 megabyte, mentre io ho dovuto ricorre ad una chiavetta e trovare una posizione adeguata a cogliere una zona coperta per potermi collegare, come accade a Pantelleria con i cellulari. Quel contadino con altri 199 colleghi si è pagato con 25 mila sterline il servizio. I contadini che vivono a 70miglia da Birmingham si sono autofinanziati la broadband. Insommma siamo in una fase nuova, come dice Massimo Sideri sul Corriere della Sera di ieri, C'è esigenza di connettività anche in aree marginali (anzi sopratutto in quelle aree) e ci sono investimenti scadenti non solo in Italia in connettività. Si fanno affari con ciò che passa sulle reti e non con le infrastrutture e la connessione (dallo scavo, alla posa dei cavi diventa non un problema di Google ma delle società municipalizzate). Tutto ciò mi ricorda il tema dell'acqua pubblica e le guerre sugli oleodotti...Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-52353877554866136302010-04-13T11:38:00.001-07:002010-04-13T11:40:19.185-07:00Pulitzer a un sito internetPer la prima volta il premio Pulitzer per il giornalismo investigativo è stato assegnato a una testata online senza scopo di lucro, ProPublica.Roba tosta, sull'Uragano Katrina,con una formula sostanzalmente sconosciuta all'Italia:un sito investigativo che essendo finanziato da donazioni, non ha bisogno di far soldi e rimane indipendente.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-15827840681551364002010-04-09T09:24:00.001-07:002010-04-09T09:25:03.813-07:00Minacce a RegaNei giorni scorsi una busta contenente due proiettili e una<br />lettera con minacce di morte è stata depositata da persone non identificate,<br />a Potenza, sullo zerbino davanti alla porta della casa del giornalista di<br />Televideo Rai Nello Rega, autore del libro «Diversi e divisi», sulla<br />convivenza fra cristiani e islamici.<br /> Da tempo Rega è minacciato e ha ricevuto quasi dieci proiettili, in varie<br />buste: il 27 novembre scorso una testa di agnello fu lasciata nella sua<br />automobile, in sosta vicino alla sua casa di Potenza: «Sono sempre più<br />disperato - ha detto il giornalista all'ANSA - e sempre più solo e<br />abbandonato. Sono in viaggio per presentare il mio libro da solo,<br />terrorizzato, e nessuno fa nulla per aiutarmi».Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-32759541835463097282010-04-09T07:48:00.001-07:002010-04-09T07:55:41.242-07:00Elogio della notiziaUn pezzo sulla cravatta di Tosi all'incontro con Napolitano, uno di Ermanno Olmi sui contadini dell'antica Roma, un terzo sulla tenuta con cavalli sequestrata ai Casalesi e un altro ancora che parla del battesimo ai bimbi "vittime" della Ru 486 e un altro ancora sull'acqua che torna ai cittadini di Aprilia dopo la battaglia antiprivatizzazione. In pochi minuti di osservazione dei principali quotidiani italiani si scoprono piccole e grandi notizie, dettagli di cronaca e squarci sulla nostra cultura che credo nessuna navigazione in internet - nello stesso lasso di tempo e con la stessa facilità - potrà mai consentire.Insomma mi pare che i siti dei giornali si siano appiattiti sulle agenzie e i giornali di carta continuino ad offrire letture trasversali, iustapposte, a volte confuse, ma vivaci e con tante sfaccettature da rendere ancora plausibile il gesto dello sfogliare (e dello scrivere).<br />Non sono nostalgico, parlo dei contenuti: i giornali fanno contenuti, comunque e in ogni caso. C'è gente che ci lavora, mentre nei siti non ce n'è. Mi pare che la differenza la fa ancora il giornalista.<br /><br />p.s. i giornali citati sono Corriere, Repubblica, Mattino, ManifestoUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-5860059991139007832010-04-09T07:35:00.000-07:002010-04-09T07:47:39.030-07:00Giornalisti coraggiosi: OstellinoMa guarda tu se uno come Ostellino, che ho sempre visto come un grande studioso, osservatore di fenomeni, analista politico finissimo, si doveva mostrare all'improviso come un pasdaran o un ultrà. Sarà che discuteva della Juventus e delle nuove intercettazioni (si tratta di una società che in tribunale briga per far condannare i manager, smentita quando il giudice manda prosciolti Moggi e Giraudo), ma la verve di questo grande giornalista merita rispetto a confronto della codardia di tanti reporter di oggi. Ostellino ieri sera s'arrabbiava per la leggerezza con cui quattro anni fa si affrontò la vicenda Calciopoli nelle redazioni dei giornali, e sopratutto la lettera al Corsera in cui John Elkann parlava, tre giorni fa, di questione morale commentando i fatti della sua società di calcio. Ostellino si indignava a Radio 24 dicendo del capo della Fiat e delle sue considerazioni: "A fessa mmano e criature!!!". Coraggioso solo per una frasetta in vernacolo napoletano che è poco più che una battuta? Ebbene sì, anche per fare una battuta su Elkann in questo Paese, se non sei Grillo, devi aver fegato.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-72383646289470888902010-04-08T01:06:00.000-07:002010-04-08T01:23:57.800-07:00Vasco e i libriCinquantamila euro l'anno, è l'investimento nella free press di Vasco Rossi. La rock star crede alla rivista Satisfiction di Giampaolo Serino che viene distribuita gratuitamente in 60 mila copie nelle librerie italiane. Una rivista di nicchia che si occupa solo di libri: Vasco che è un lettore seriale ci ha creduto...Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-64693255969377189712010-04-07T11:29:00.000-07:002010-04-07T11:35:35.700-07:00E i giornali per posta?Sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo 2010 è stato pubblicato il<br />decreto che sospende sino a fine anno (salvo il ripristino in caso di<br />"sopravvenuto accertamento di disponibilità finanziarie") le agevolazioni<br />sulle tariffe postali sostenute nel settore editoriale.<br />In epoca di web tv e di giornali su ipad non paia una bizzarria la difesa dei giornali che si spediscono via posta tradizionale. Sono tanti, piccoli, di nicchia. Conosco editori che sono nei guai e si tratta di voci di associazioni professionali, religiose, di volontariato e del settore economico. Il loro lettorato "vuole" (come qualsiasi lettore abbonato ad una rivista di arredamento o di moda) la propria copia nella cassetta postale. E lo specifico di certe riviste è proprio la spedizione per posta: un rito? No, è il loro dna. <br />E' un problema anche dei grandi gruppi che avranno così un altro motivo per lamentarsi, ma i piccoli sono quelli che soffriranno davvero...Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-54427474693674696362010-03-19T11:27:00.000-07:002010-03-19T11:32:19.632-07:00Tv e AuthorityFranco Debenedetti fa la storia della Tv e dell'Autorità di controllo in Italia, oggi sul Corsera (http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefnazionale/View.aspx?ID=2010031915247772-1). Ecco il passaggio centrale: "<em>i progressisti non resistettero alla tentazione di approfittare dell'occasione per chiudere la partita con Berlusconi, o almeno di presidiare il campo con robusti paletti. Senza ascoltare chi chiedeva di isolare e risolvere con mezzi politici una questione tutta politica, pensarono di fame una questione regolamentare, così inquinando l'una e non risolvendo l'altra. Vollero che l'Autorità delle telecomunicazioni avesse competenza anche sulle tv. Così la legge restò monca, e si creò un caso unico nella storia delle autorità di regolazione: mentre esse vengono progettate per evitare di essere catturate dal regolato, questa è stata da alcuni voluta apposta per catturarlo. Metaforicamente, s'intende</em>".Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-77577450317904888562010-03-18T09:47:00.000-07:002010-03-18T09:50:54.113-07:00Safran Foer, se niente importaJonathan Safran Foer, quello di "Ogni cosa è illuminata" e di "Molto forte, incredibilmente" - ci aveva abituato a romanzi-inchiesta o inchieste-romanzo. A partire da storie che sono patrimonio del nostro mondo (dal nazismo all'11 settembre), ne ha ricavato vividi ritratti di uomini e culture.<br /> Oggi con "Se niente importa", ripropone la formula di una inchiesta giornalistica che è narrata in forma-romanzo dopo incursioni che gli hanno consentito di raccogliere abbondante documentazione sul mondo della produzione della carne (dall'allevamento, alla macellazione, alla vendita del prodootto). I danni alla salute e all'ambiente sono inenarrabili e la fluidità del racconto - che parte come sempre dal dato biografico - rende riconoscibili tic & tabù di cui ognuno ha esperienza: la dalsa convinzione che carne faccia bene, il retaggio dell'iperalimentazione degli anni del boom, il disinteresse per il "cosa" c'è dentro ai cibi industriali. Ho creduto fino a giovinezza inoltrata che i cibi prodotti in fabbrica fossero migliori di quelli fatti in casa. Per capire che siamo agli antipodi, solo adesso. Le bruciature dei biscotti, i microdepositi di metalli ceduti dai forni, le manipolazioni, per non dire del geneticamente modificato, sono stati parte della nostra dieta di figli del boom economico dagli anni Sessanta in poi.<br />Safran Foer mi ricorda molto Saviano, ma anche gli scrittori-narratori-viaggiatori come Terzani o Kapuscinski (nonostante le biografie che di quest'ultimo vogliono demolire il mito). E mi pare una delle lezioni più interessanti di letteratura o di docufiction, o di giornalismo tout court dei nostri anni.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-75474345557029583812010-03-12T12:23:00.000-08:002010-03-12T12:26:29.507-08:00Masturzo, Napoli 1980Con il collettivo fotografico Kairos di Napoli, Pietro Masturzo mi pare uno dei più interessanti connubi tra impresa e qualità in campo fotogiornalistico. Che il tutto nasca a Napoli è un orgoglio per tutti noi. A Pietro - che è 1° premio del World press photo -, i miei auguri (andatevi a vedere le sue foto).Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7166760022633768067.post-57485220137620559012010-03-12T12:04:00.002-08:002010-03-12T12:05:54.511-08:00Rai Napoli, che rabbia per quei giudizi politiciIncredibile come la politica sia capace di distorcere il senso del nostro lavoro. Come è possibile aggredire i colleghi del Tg Campania collegando capziosamente due trasmissioni completamente diverse come una tribuna elettorale e un notiziario? La spiegazione sta nelle parole di Zavoli che ha detto che alla Rai manca solo il filo spinato, per descrivere la situazione di controllo spropositato e illogico che i partti intendono mettere sul lavoro dei giornalisti.<br />Credo che il clima che si respira in quell'azienda - emerge dalla lettura delle intercettazioni di oggi Berlusconi-Minzolini - la dica lunga sui livelli di democrazia e libertà di questo Paese. Non ci sono reati da perseguire, si dice, se la situazione si legge con il codice penale alla mano. Ma se è il codice morale contasse qualche volta, i reati contro l'intelligenza dei telespettatori e contro la professione giornalistica sono all'ordine del giorno.Unknownnoreply@blogger.com0