sabato 25 ottobre 2008

Praticante all'Autogrill

La volete una storia di precariato giornalistico raccolta in diretta? Eccola, è quella di un candidato del prossimo esame di abilitazione professionale dell'ordine dei gornalisti. (Io faccio qualche lezione ai colleghi praticanti al corso organizzato dal consiglio regionale della Campania e ne sento di tutti i colori...)


"Tutti a ripetere la stessa ignobile solfa: insisti, resisti, persisti e vedi che prima o poi ce la fai. Giunto al trentaseiesimo solstizio d’estate, mi sono accorto che erano tutte balle. Chiacchiere belle in semi libertà vigilata. Io, da mazzonaro dop, ho tentato in tutti i modi. Sei anni di abusivo di qua, cinque mesi senza stipendio di là, un po’ di disoccupazione di lì, altri contratti falsi di qui. Poi la grande occasione, a 36 anni suonati in un autogrill a nero come secondo lavoro: un contratto di praticantato ad ItalyMine. Quasi un orgasmo destrutturate. Tempo venticinque giorni in sala montaggio, tra gobbi e lead da elzeviro, e poi la guardia di finanza che esegue un ordine di custodia cautelare per il mio editore. Punto e a capo: con l’aggravante di una busta paga virtuale ed un assegno post-datato che non ho mai riscosso. Neanche il tempo di restituire seicento euro come promesso, che il mio piccolo Caltageronte era agli arresti domiciliari. Sconforto abissale. E la tentazione suprema: “basta ora me ne vado”. Terra di Lavoro infame. Per l’ultima volta, cappello in mano, busso alle redazione dei tele-radio-giornali. Macchè. Niente di niente. Non un ufficio stampa, non un articolo 35. Angoscia. Mi gioco l’ultima carta: fingendomi un liberista libertario chiedo aiuto al Sottosegretario azzurro, detto O’ Canadese. “Forse, dammi tempo”. Aspetto un mese, due, sei. Intanto, vendo Pall mall e Duplex alla stazione di servizio Villa Literno Nord.
L’affitto da pagare, l’Inpgi sulle spalle, il segnale Rai oscurato per
mancato conguaglio del canone. Le valigie di cartone pronte. Si, scappo. Non posso fare altro. Poi, dopo la visita di un fattucchiere della Gest Line,
decido. Giuseppe Setola abita nel mio viale a Baia Verde. Lo conosco da
anni. So che frequenta ambienti malsani. Ma tentar non nuoce. “Ascolta, non è che vi serve un addetto stampa? Che so, uno che vi cura le relazioni con le testate locali? Un portavoce?” Tempo ventiquattro ore, ed un moschillo bussa al campanello della mia villetta. “Da domani a lavorare”, mi fa. Sono passati due anni. Ho iniziato ritagliando articoli dai fogli locali. Papponi arrestati, duemila grammi di cocaina sequestrati, un kalashnikov rinvenuto in una masseria tra sterco di bufale e fialette di anabolizzanti, un appalto milionario dell’Anas su cui puntare. Dopo di che, qualche soffiata depistante ai colleghi di giudiziaria alle prime armi, un virus inviato al blog di Roberto Saviano e lettere anonime ai magistrati scomodi. Ultimamente, mi sono specializzato nelle scritte minatorie sui muri. Ebbene, cari colleghi, guadagno tremila euro al mese, fumo solo Davidoff lights e mangio tutti giorni al ristorante da Zi Teresa a Luscianese. Zero tickets, zero contributi. Chi se ne frega. Campo con il mio lavoro, free lance dell’onorata società, lontano dai vice capo servizio del ventesimo secolo e dai machintosh desueti. E fa niente che da due mesi a questa parte sono latitante. Sono i rischi del mestiere, bellezza, e ci convivo serenamente. Ancora un sogno ad occhi aperti nel buio di questo bunker sotterraneo: diventare l’addetto stampa di Cicciott’ e mezzanott o, magari, di Sandokan in persona. Mitico. Scrivere le loro biografie non ufficiali, un giorno, e gridare al mondo che ce l’ho fatta. Fanculo la Raid, fanculo la Mediasetta.
La mia, è solo un’azienda come un'altra. Assolutamente autoctona. Ecco, se solo mettessimo da parte futili perbenismi. Un giornalista per ogni clan e non ci sarebbero più precari in Campania. Io sono solo il primo. Ora tocca voi. Insistere, scrivere, resistere".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mitico"!!
Ma il mestiere di giornalista però comunque non lo fai...perchè ritagliare articoli o mndare minacce non richiede una competenza così specifica..fofrse un po' di senso della notizia!
Insomma ma esisti davvero?

F.l.o.s. ha detto...

Esisto come esiste l'autogrill Villa Literno Nord, o un sottosegretario chiamato O'Canadese. Ma forse su un punto hai ragione: non sono un giornalista, ma un cottimista della parola. In pratica, campo scrivendo. E questa sera in redazione c'era puzza di fritto misto.

Anonimo ha detto...

complimenti per il tuo modo di scrivere..io sono anch'io una giornalista ma in cerca di una sua dimensione più professionale. Vorrei conoscerti..non si sa mai!

F.l.o.s. ha detto...

baciamo le mani, Linda. Puoi scrivermi quando vuoi all'indirizzo: original.latrones@libero.it