martedì 26 agosto 2008

l'Amendola di Siddi

Franco Siddi mi ha raccontato con gioia, nei giorni duri del confronto preliminare con la Fieg sul contratto, di come si era procurato alcuni documentti originali - erano nascosti un una vecchio baule di famiglia - che gli hanno consentito di illuminare aspetti poco conosciuti della figura di Giovanni Amendola.
Di liberalismo e democrazia i giornalisti italiani, ispirandosi ad Amendola, avevano cominciato a riflettere a Montecatini tre anni fa. Ne è venuto fuori un volume curato da Siddi pubblicato per i cento anni della Federazione della stampa. Non è un vieto esercizio di retorica, un atto dovuto per celebrare stancamente una data. La riflessione di oggi rimane essenziale. E se l'abito di Amendola ancora segnato dai colpi dei fascisti, che ne massacrarono il corpo senza far scomparire le sue idee, si può ancora vedere esposto in una teca, quanti possono mostrare oggi una coscienza specchiata, senza i segni di un'adesione di maniera o malintesa al liberalismo? I giornalisti italiani Amendola lo ricordano ogni mese se versano i contributi o ricevono un assegno di disoccupazione (a lui è intitolato l'istituto di previdenza). Gli editori se ne ricordano in occasione di ristrutturazioni e crisi aziendali, quando l'Inpgi paga il costo di infelici operazioni. Dell'avvocato napoletano dovremmo parlare e leggere un po' più spesso.


http://www.ibs.it/code/9788889475478/conquista-della-libertagrave/siddi-franco.html