martedì 19 gennaio 2010

Digitale pedestre

Ma che sta succedendo al sistema radiotelevisivo privato della Campania? Il digitale terrestro è arrivato a spazzare via certezze, fatturato pubblicitario,posti di lavoro e frequenze.
La “banda larga” del digitale avrebbe dovuto consentire di implementare le produzioni e i canali, ma i +1 sono privi di contenuti,allo stato. (anzi alcuni dicono che la parcellizzazione dell'offerta sui +1 farà vertiginosamente calare audience e tariffe pubblicitarie)
Anzi pare che la sovrapposizione di canali che fa impazzire i decoder (e le vecchiette che non sanno riprogrammarli) stia portando alla ribalta solo nuovi predoni dell'etere. I risultati? Se tutto va bene si andrà ad una sinergia virtuosa tra i piccoli che mettendo a sistema risorse e reti potrebbero approfittare dell'opportunità per moltiplicare la loro offerta. Se va male si andrà alla morte dei piccoli, anche dei canali storici nati nell'era delle Tv libere e del loro portato di cultura professionale ed esperienza. Il tutto a favore dei grandi gruppi (quei pochi che si sono, specie al sud) che magari con investimenti e professione copriranno il territorio ma forse fagociteranno voci libere.
La sensibilità di editori e direttori dovrebbe salvaguardare il territorio e le voci della periferia, ma i conti economici evidentemente non si sa quanto potranno concedere al romantico richiamo al quartiere,
Detto ciò al momento accade che i piccoli sono in affanno,i decoder restituiscono schermi quadrettati, sinonimo di cattiva sintonia. Gli investitori pubblicitari sono disorientati egli spettatori anche.
E fioccano alla Regione le richieste degli editori Tv di cassa integrazione in deroga per crisi aziendale causa digitale.
L'opportunità che si immaginava con lo switch off dall'analogico al digitale s'è già esaurita??

Nessun commento: