lunedì 16 novembre 2009

a proposito di circoli

sul Mattino,edizione di Avellino,ho pubblicato questo articolo


Il 23 novembre saranno riaperte le sale storiche del Circolo della stampa di Avellino nella sede prestigiosa dal palazzo di Governo. Un’occasione per riflettere sulla necessità di riempire quelle stanze di un impegno concreto a favore della categoria dei giornalisti. I tentativi, anche recenti, di intimidazione nei confronti dei colleghi, se non altro, significano che rimaniamo sempre al centro dei fatti, che riusciamo a documentare, anche in situazioni difficili, la vita quotidiana. Siamo insomma testimoni di una provincia che cambia, delle sue contraddizioni, della sua vicenda politica e civile (spesso ce ne dimentichiamo noi stessi nel flusso quotidiano del lavoro). Un confronto senza retorica sulla professione, dovrebbe essere il cuore della giornata in cui si inaugura la sede del Circolo. E se la città che ha avuto almeno tre sindaci-giornalisti a guidarla, ha già tributato un riconoscimento, come dire, finanche elettorale alla nostra categoria, ora toccherebbe a noi. Come? Innanzitutto, ricostruendo un brano di vita associativa, ma sopratutto facendo del circolo una grande stanza sulla città, aperta ai giovani, alla cultura, all’arte. Una stanza aperta anche sulla professione che muta, fatta molto più di giornalisti free lance, con contratti da precario, occupati anche negli uffici stampa delle istituzioni, che lavorano con le nuove tecnologie (come si sa, il giornale non è solo di carta). Ricordandosi che i giornalisti documentano ciò che avviene nei palazzi della politica, delle istituzioni, dell’economia ma non ne fanno parte, andiamo al Circolo con l’orgoglio ferito di una categoria che un po’ di smalto ha perso, dilaniata dalle troppe differenze che ha al suo interno. Lungi dal chiedere un riconoscimento istituzionale, attraverso una sede in un palazzo istituzionale, i giornalisti avellinesi occupino quello spazio pubblico per tenere in piedi un forte legame con la comunità cittadina. Dimentichiamoci il quadretto d'antan del fumoso circolo dopolavoristico, con il nobile tressette e i giornali affastellati, e immaginiamoci una luminosa stanza della cultura aperta alla città. Ai giovani che fanno questo lavoro, Ordine dei giornalisti e Sindacato non possono proporre un "santuario" della professione, ma uno spazio dei servizi (assistenza sindacale, ordinistica e assicurativa) oggi purtroppo centralizzati nelle sedi di Napoli di Ordine e Assostampa. Il prefetto Blasco, il presidente della Provincia Sibilia, hanno colto questa esigenza della categoria, pretendano che i giornalisti offrano stimoli alla città utilizzando al meglio questa opportunità. Una nuova Associazione dei giornalisti avellinesi ha, oggi, un motivo in più per rinascere.
* Segretario regionale sindacato dei giornalisti della Campania

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