giovedì 7 maggio 2009

Kindle

NEW YORK – Un dispositivo di facile utilizzo, simile a Kindle di Amazon, per accedere, a pagamento, aslle testate dell'impero News Corp., dal Wall Street Journal al Times di Londra al New York Post. È la rivoluzionaria proposta del re australiano dei media Rupert Murdoch, che ha chiamato a rapporto i dirigenti della sua News Corp di Londra, Sydney e New York, chiedendogli di mettere a punto al più presto un sistema per far pagare agli utenti l'accesso alle sue news via web. Col solito tempismo degno del suo leggendario acume finanziario, Murdoch dà così un segnale importante agli editori di giornali di tutto il mondo, in crisi a causa dell'esodo dei lettori – e degli inserzionisti – verso il Web. «Per Murdoch - scrive Peter Lauria sul Post - si tratta di una netta rottura con la tesi secondo cui le notizie online debbano essere offerte gratis e monetizzate soltanto attraverso la pubblicità».

NEWS A PAGAMENTO - E se fino ad oggi i gruppi multimediali, non solo americani, continuano ad incontrare ostacoli nel convincere gli utenti a «pagare per leggere online», presto questi ultimi potrebbero non avere scelta. Soprattutto se vogliono continuare ad accedere a news di qualità, confezionate da reporter e inviati professionisti, con costi non indifferenti per le loro aziende. E a giudicare dalle reazioni della blogosfera all'articolo, la maggior parte dei lettori si dice «pronta ad aprire il portafoglio».

IL PROGETTO - Per mettere a punto il nuovo «gadget» Murdoch ha riunito una squadra di dirigenti d'alto calibro che include il figlio James Murdoch, oggi dirigente della News Corp, il Ceo della Dow Jones Les Hinton e Jonathan Miller, ex numero uno della AOL, oggi responsabile di tutte le operazioni digitali del gruppo. All'indomani dell'acquisto del Journal, solo due anni fa, Murdoch aveva contemplato l'idea di aprire gratuitamente l'accesso al sito. Ma più tardi cambiò idea dopo aver realizzato che, una volta eliminati gli introiti generati dagli abbonamenti online, non avrebbe potuto colmare l'inevitabile deficit. A dargli ragione è stata la chiusura a catena, nell’ultimo anno, di alcune delle testate americane più storiche e longeve, da Seattle a Denver e da Chicago a Los Angeles.


Alessandra Farkas
06 maggio 2009

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