Il presidente dell'Assostampa Campania Enzo Colimoro comunica: nel decennale "dello sfratto dei giornalisti della Campania dalla Casina del Boschetto in Villa Comunale (novembre 1999)" di voler mobilitare le coscienze per tornare alla villa comunale. Insomma: riprendiamoci il Circolo della Stampa di Napoli, "una sede naturale - argomenta - dove potere fare vivere la cultura e le culture senza alcuna distinzione". Colimoro puntualizza: "I giornalisti, è bene ribadire, furono mandati via per finita locazione e non per morosità come ancora qualcuno si ostina a sostenere senza, evidentemente, conoscere i fatti".
Allora ci hanno sfattati o no? E se non ci stiamo più là dentro qual è la ragione? E' una domanda retorica; io la risposta la so: e se il Comune di Napoli portasse a termine la vicenda giudiziaria potrebbe finire ancora peggio di com'è andata...
A Colimoro - il quale farebbe bene a convocare una bella riunione prima di annunciare iniziative su un tema controverso come quello del circolo della stampa che a disoccupati e precari frega davvero poco (scusate il populismo, frega poco davvero) -, dico quel che mi muove dentro solo l'ipotesi di un nuovo circolo della stampa...
Il mio ricordo di giovane giornalista che quel circolo della stampa frequentava di striscio, era di luogo di separazione tra colleghi e colleghi e finanche tra giornalisti e città. Gli anni Ottanta non vorrei tornassero. Ho visto Montanelli e Biagi in quel circolo e non a discutere con i colleghi giovani ma solo a pranzo. Era un luogo fighetto dove credo che finanche ci facessero matrimoni e party, un business che con la professione non aveva niente a che spartire. Il piano terra elegante e ovattato, cozzava con il piano superiore dove c'era la Cajenna di Trevisan (lo dico con simpatia) e ci aspettava il girone (per noi ragazzi) delle signore che raccoglievano le quote. Un luogo a cui avvicinarsi con l'ironia con cui si guarda un presepe alla buona, fatto in casa.
Colimoro annuncia: "La situazione Circolo della Stampa è approdata anche su Facebook dove è stato aperto un gruppo 'Riprendiamoci il Circolo della Stampa' al quale, in poche ore, hanno dato la loro adesione oltre duecento persone tra colleghi intellettuali e cittadini", il che non mi pare che sia un fatto. E' un fenomeno virtuale che non può superare un confronto nei luoghi deputati... magari anche via Skype.
Quindi quando dice che "L'Assostampa Campania, insieme a tutte le strutture della professione, organizzerà per fine mese una mobilitazione pubblica, aperta a tutti, proprio all'esterno del Circolo per sensibilizzare istituzioni e cittadini regionali affinchè venga restituito alla città di Napoli il Circolo della Stampa in linea l'esigenza di consentire alla città di riappropriarsi di spazi culturali e intellettuali, eccetra eccetera'', rappresenta il suo punto di vista (e quello di Facebook, con tutto il rispetto).
Sui conti dell'Assostampa e del Circolo da due anni stiamo battendo la testa assorbendo le migliori energie del direttivo Assostampa. Non sono convinto che i cattivoni siano Bassolino e quelli del Comune che ci hanno cacciato per fine locazione; ma, come sanno bene i colleghi, la vicenda è assai più complessa e - assieme a quella della gestione del circolo della stampa - ha messo pesantemente in crisi i conti economici di tutta la struttura sindacale campana.
Ecco, mettiamoci a lavorare assicurando ai dipendenti dell'Assostampa un sicuro posto di lavoro e ai colleghi servizi in linea con un sindacato moderno; mettiamoci al lavoro per sistemare il disastrato conto economico. Non abbiamo bisogno di operazioni di facciata o di club house da gestire: siamo un sindacato non una cafetteria.
giovedì 12 febbraio 2009
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10 commenti:
caro gianni ma nn ti devi sentire obbligato a venire al circolo qualora riuscissimo a riprendercelo. del resto se nn vieni in assostampa da parecchio perche' dovresti venire li'...con simpatia
enzo colimoro
RIPRENDIAMOci IL CIRCOLO DELLA STAMPA
Non si può non sostenere una simile'iniziativa.
Ma, dovrebbe pur essere chiaro: riprendiamoci... per conto di chi? per farne che cosa? come?...
Certamente non per risvegliare vecchi fantasmi, magari all'ombra di nuovi "paraustielli".
Antonio Pisanti
cari colleghi Vincenzo e Maurizio, faccio fatica a non arrabbiarmi per i toni che usate (di sufficienza e di arroganza rispettivamente), tuttavia: non è la prima volta che critico un'iniziativa che non mi piace per il metodo con cui è stata avviata e per il suo contenuto. Grazie a Dio i colleghi possono farsi un'idea ed esprimere pareri. Circa la mia assiduità vi ricordo che non percepisco nessuna prebenda dal mio incarico sindacale, dunque ogni mattina mi alzo e vado a lavorare lontano da Napoli. Questo, tuttavia, non mi impedisce di svolgere l'attività sindacale (piaccia o no) dentro e fuori dal mio giornale in un territorio vastissimo della Campania (province di Avellino e Salerno). Parlo con i colleghi, raccolgo le quote, faccio il messo.
Perchè ci sono tanti colleghi che vivono in provincia ed hanno bisogno di assistenza nelle aziende e sul territorio e non di fare la fila allo sportello.
L'unica cosa che non faccio, essendo stato eletto temporaneamente segretario (lo so che il concetto è difficile da capire), è la clientela.
Beati voi che navigate tra incarichi di vertice tra Roma e piazza dei Martiri.
il titolare del blog
Arroganza: atteggiamento presuntuoso e tracotante.
Superficialità: 2 fig., mancanza di approfondimento, di precisione o di costanza nel riflettere o nel comportarsi.
Forse sarebbe andato meglio, nel mio caso, ironia fuori luogo, vista ovviamente, dal tuo punto di vista.
Non dovrei essere io, consigliere di minoranza, a dirti che la dialettica della contestazione o critica è prassi che va esercitata, quando si è parte di un organismo deliberante, in sede privata. All'esterno non è il caso di dare l'impressione di un sindacato spaccato oltre quanto lo sia realmente per le correnti, movimenti e altro.
Sono contento che i colleghi potranno farsi un'idea, perché se la sono fatta e mi fa piacere.
Per quanto attiene la tua attività sindacale fuori dal giornale non ho sufficienti elementi per parlare. Ma posso farlo per quella dentro il giornale: con sconsiderato atto ti sei dimesso dal CdR, dopo aver mostrato, anche in quella sede, di non saper affrontare un contraddittorio se tutti non s'inchinano alle tue idee. E spero che anche di questo i colleghi si facciano un'idea.
Per quanto attiene gli incarichi di vertici non penso proprio che Enzo abbia da che essere beato. Per me, invece, posso dire che è una bella esperienza, non di vertice, ma di controllo sulle «malefatte», ossia imprecisioni amministrative, che vengono compiute e che vanno corrette da un collegio terzo quale è quello del quale faccio parte.
Per il resto e per la tua risposta, non posso che confermare i miei pensieri sindacali sul tuo operato.
Tanti saluti.
Maurizio Cerino
Trovo giuste le argomentazioni di Gianni COLUCCI, in più non mi piace il tono adoperato, troppo sull'attacco personale e poco, pochissimo sulla sostanza.
Sono provinciale -portate pazienza-ma non mi interessa avere una caffetteria sontuosa. Anzi, è vero che c'erano due anime nello stesso circolo e due trattamenti diversi. Questo fatto -se permettete- a me ragazzo entusiasta della professione dava fastidio e sconcerto. In pratica, non mi trovavo a mio agio né nella "cayenna" né nel "salotto".
Era mai possibile che una situazione normale non potesse esistere? Ecco riflettiamo su questo.
Un saluto a tutti
Raffaele Grimaldi
ho dovuto eliminare uno dei post di commento ritenendolo gravemente offensivo l'avrei potuto lasciare e avrebbe qualificato il mittente,ma spero che basti quel che c'è rimasto da leggere sul tema...
devo anche dire che non mi aspettavo le reazioni che ho suscitato
....vince ancora il gusto del dilaniarsi;vince la paura del confronto....che peccato
l'amministratore del blog
caro gianni, sono enrico sbandi. parte da una mia iniziativa il gruppo in facebook, le adesioni sono oltre 400 e ti invito a farci un giro, se ne avrai voglia e tempo. credo che un circolo della stampa, come casa dei giornalisti e aperto alla collettività, debba e possa rappresentare un momento di unione e di qualificazione, uso due parolacce, etica e culturale.
sai bene che chi vuole caffetterie sa dove rivolgersi, dentro e fuori la categoria. qui si tratta molto semplicemente di riproporsi in maniera ferma, unita e costruttiva ad un'amministrazione comunale che ha esercitato (le controversie legali diranno se legittimamente o meno) il diritto di rientrare in possesso dei locali, ma non è stata in grado, a dispetto dei proclami, di dare vita a qualcosa di decente, al servizio innanzitutto della collettività, prima che della nostra categoria.
vedo che questa iniziativa ha sollevato qualche polemica all'interno del sindacato. me ne dispiace perché non era mia intenzione creare l'occasione, non mi sono mosso spinto o trascinato da alcuno, ho ritenuto chiamare il presidente del sindacato a co-amministrare il gruppo proprio per testimoniare che nasce pro (e non contro). quanto alla virtualità, tu che maneggi bene la rete, sai che esistono grandi possibilità di passare dal video alla realtà. è una piccola sfida che in 400 - fino ad oggi - hanno raccolto e credo che qualcosa di concreto, con senso di solidarietà e mutualità, riusciremo stavolta a fare.
ti abbraccio con la stima e l'affetto che sai. enrico
caro enrico
non puoi immaginare quanto sia contento di leggerti
Sai quanto abbiamo parlato con intensità e rabbia della professione,
delle difficoltà, delle disillusioni. Io faccio questo blog anche per
parlare di questo. Quando però vedo che ci si dilania per opinioni
diverse ecco, allora io davvero sono prostrato. Ma è possibile che
qualcuno non dica la verità mai?
Fatemi capire: ma chi ha aviato l'inziaitva sul blog per la casina del
boschetto? Tu o il presidente dell'Assostamnpa di cui io sono
segretario? Se l'hai fatto tu, beh, nulla questio; se l'ha fatto
l'altro, allora aveva il diritto di farlo a nome suo e non a nome
dell'assostampa napoletana che ha organismi dirigenti espressione
dell'intera categoria da consultare SEMPRE. Tuttavia è sato usato l'indirizzario e mail dell'assostampa per fare della tua inizaitiva sul web qualcos di diverso, un'inziaitiva istituzionle, sulal quale doverosamente ho chiesto un confrotno.Laciamo stare quale è stato il topno delle rispote.Insomma io hop usaot ilmio blog per polemizare gli altri hanno strumntalizzato i blog delgli altri per motivi prpagandistici.Come vedi è un interessante fenomeno in cui il web, la tua pagina su face book interferisce con la vita istituzionale di un'associazione: ci facciamo un saggio? Ti pare possibile che se ne discuta sul web (e nel modo che puoi verificare, tanto che ho dovuto eliminare dei post offesivi) dando per sconbtata un'adesione; mentre nelle sedi proprie non se ne parla?
La mia polemica è contro chi decide in autonomia senza ascoltare le
opinioni altrui quando ricopre cariche che gli impongono comportamenti
precisi e lineari.
Secondo: io sono di provincia e vivo in provinia (anche se lavoro in un
giornale basato a Napoli e da diversi anni svolgo attività nel comitato di
redazione). E da provinciale ritengo che la visione "napolicentrica" non è
sufficiente per governare un sindacato regionale.
Se qualcuno non ha il polso della situazione del mercato del levoro
giornalistico, della crisi del settore (chiudono giornali e Tv un
giorno sì e un altro pure) allora si facesse da parte.
Non è possibile immaginare che il circolo sia una priorità.
Tu caro Enrico non hai colpe: puoi dire quel che vuoi. Gli altri ci
pensino prima di dire che la casa del giornalista sia una priorità.
La ristrutturazione costerebbe 110 mila euro, mi dicono: l'assostampa Napoli ha debiti da 60-70 mila euro; e ha rischiato di dover licenziare il personale.
L'Inpgi ogni anno a titolo di sostegno mette a disposizione di fondi per le associazioni locali della stampa.Non vorrei che i soldi dell'Inpgi (la nostra pensione) servissero per ristrutturare la casina, casomai ci restituissero il rudere. Il cogestore del tuo gruppo le ha spiegato queste cose ai colleghi?
Ha spiegato che siamo stati cacciati ignomignosamente da Bassolino perchè non pagavamo il fitto e che non abbiamo neanche resistito in giudizio finendo per essere condannati in contumacia per morosità in primo grado?
Che palle, Enrì
tuo
Gianni
sei un grande gianni! rispondo in breve.
1) l'idea è mia. estemporanea, velleitaria, ma mia. venuta una mattina che non avevo voglia di cominciare a lavorare e m'è spuntata sta cosa. non ci fosse stata internet avrei scritto un appuntino su carta e sarebbe finita lì e dopo un po' nel cestino
2) credo nelle istituzioni. le istituzioni nel bene e nel male siamo noi. ho creduto, quindi, giusto e opportuno, invitare enzo a cogestire il gruppo. farei altrettanto con ottavio lucarelli, ma non è in facebook. e per ora non c'è altro che questo, quindi non voglio né ho titolo a invitare amici e colleghi al di fuori di questo mezzo
3) dove voglio arrivare? lo decideremo insieme, io e gli altri che hanno dato adesione a lavorare (non solo iscrivendosi al gruppo). ho già sbrodolato troppo su presupposti e motivazioni, quanto espresso finora è sulle pagine del gruppo:
http://www.facebook.com/group.php?gid=50864188950&ref=nf
4) da iscritto al sindacato dico: tu sei il segretario, enzo il presidente. se vi parlate attraverso un blog e a causa di un gruppo fatto per interesse generale da un iscritto senza galloni quale sono io, forse occorre che vi chiariate.
5) chi pagherà i lavori al circolo? magari fossimo a questo punto. per adesso conta chi dedicherà qualche ora del suo tempo a scovare materiali per preparare un dossier. ci stiamo provando, senza pesare sul sindacato.
A giorni, dialogando con chi ha dato la sua adesione e restando aperto all'adesione di tutti gli altri (giornalisti e non, il circolo si chiamava della stampa ma era della città) faremo un programma di lavoro, in cui saranno esposte e discusse le proposte che io - e spero gli altri, sindacato incluso magari - abbiamo in mente.
che palle? che divertimento, amico mio! ancora un abbraccio. enrico
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